La Comunità dei VFX risponde alla vittoria del film “Vita di Pi”.
Due giorni fa il film Vita di Pi, diretto da Ang Lee, si è aggiudicato l’Oscar per i migliori Visual Effects. Il caso vuole, però, che la casa responsabile degli effetti visivi del film, la Rhythm & Hues, sia fallita annunciando qualche giorno fa la bancarotta e lasciando a casa i suoi numerosi dipendenti.
Oltre al danno, anche la beffa.
Sì perché il supervisore degli effetti visivi, Bill Westenhofer, durante il discorso di accettazione del premio è stato bruscamente interrotto dalla colonna sonora de “Lo Squalo”, proprio nel momento in cui ha iniziato a parlare dei problemi della R&H, della crisi che sta colpendo il settore dei VFX e mentre stava ricordando, inoltre, i 400 lavoratori di R&H che proprio in quel momento stavano protestando fuori dal Dolby Theatre.
La cosa più triste è che il regista, durante i consueti ringraziamenti ha ringraziato tutti- persino il ragazzo responsabile della pulizia della piscina!- tranne gli artisti degli effetti visivi che hanno dato vita, tramite la CG, alla tigre e hanno realizzato l’incredibile scena della
“Tempesta di Dio”, che ha stupito e deliziato il pubblico.
La comunità degli effetti visivi è ovviamente indignata.
Qui di seguito troverete una lettera postata dal lead compositor dello Zoic Studios, Philip Broste, sul blog VFX Soldier.
Caro Mr. Lee,
riguardo al fallimento della R&H, la casa di VFX responsabile di gran parte del successo del suo film “Vita di Pi”, lei ha detto:
“Avrei voluto che fosse stato un lavoro più economico e meno complicato [per i venditori di VFX]. E’ facile per me dirlo, ma è molto complicato. E’ molto difficile per loro fare soldi.
La ricerca e lo sviluppo sono molto costose; e questo è un grande fardello per tutte le case di VFX. Tutte hanno attraversato momenti buoni e momenti difficili e, nei momenti difficili, alcune non riescono a [sopravvivere]”
Vorrei solo far notare che, sì, la R&H può essere costosa e sì, ci vuole molta tecnologia e potenza di calcolo per creare film come il suo, ma non sono i chip per computer o i dischi rigidi a costare così tanto: sono gli artisti che l’aiutano a creare il suo film.
Oscar 2013: life of Pi – #VFXProtest
Quindi, quando lei dice “Vorrei che fosse un lavoro più economico”, come artista la prendo sul personale. La lavorazione richiede centinaia di ore di lavoro di artisti qualificati e il duro lavoro di coordinatori e produttori per realizzare le ambientazioni e le performance de “La vita di Pi”. Per non parlare, poi, degli ingegneri che hanno scritto tutto il codice proprietario e hanno costruito la pipeline della R&H. Ecco dove sono andati i suoi soldi. E direi, inoltre, che dalla notte che ha appena trascorso [la notte degli Oscar], per lei è stato un ottimo affare.
Tra l’altro, le scene con quei tramonti e panorami meravigliosi- dei quali il suo direttore della fotografia, Claudio Miranda, si è preso il merito senza spendere neanche una parola di ringraziamento per gli altri artisti- sono le stesse scene che, animate, le hanno fatto vincere la statuetta per la miglior regia. Carino da parte sua menzionare durante i ringraziamenti i responsabili della piscina, ma forse avrebbe potuto ringraziare anche i ragazzi che hanno trasformato quella piscina in un oceano. E che hanno messo una tigre sopra a quella barca.
Articolo a cura di Elisabetta Paolucci